Vivo in una casa in campagna, che intorno ha campi e alberi. Per arrivare, bisogna lasciare una strada provinciale e salire circa un chilometro su una collina. E' abbastanza spontaneo il confronto con quello che accade più sotto, dove l'impronta dell'uomo sembra aver messo a tacere la voce della natura di questa pianura padana, con strade, elettrodotti, capannoni, centri commerciali, case, case case...
Tuttavia, pur conoscendo che cosa vuol dire abitare in un luogo che in qualche modo conserva la sua armonia con la natura, ho come il sospetto che esistano ambienti completamente diversi, in cui il rapporto con il mondo naturale non è vissuto in nessuno dei due modi di cui ho appena parlato.
Ieri, guidavo lungo una sponda del Lago di Como (proprio quel ramo di cui abbiamo letto tutti), in una lugubre giornata di pioggia fine. Eppure, lungo la strada tortuosa guardavo affascinato le case aggrappate ai pendii. Ho avuto l'impressione che il lago fosse per la gente del luogo una presenza di una forza e un significato particolare.
Ho pensato al vulcano di Stromboli, come lo avevo visto dal vero e presentato da Nanni Moretti in Caro diario. Ho pensato alla gente che abita nelle golene del Po, a certi villaggi di pescatori sul mare, ad alcuni paesi di montagna. Mi è sembrato che certi luoghi vivano segnati da presenze naturali in un modo del tutto unico. Si tratta di timore, riverenza, dedizione di piccoli uomini verso i grandi elementi naturali di cui vivono all'ombra? Mi chiedo se noi turisti o viaggiatori, abitanti di luoghi diversi, potremo mai intuirlo o afferrarne l'idea...
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